lunedì 18 maggio 2009

A Città della Pieve il banchetto ideale

Sono arrivati dal Montana con in testa già il tema della loro "tavola", nella valigia gli strumenti per realizzarla.
Ventuno studenti dell'Università americana, tra i 20 e i 22 anni, più femmine che maschi, si sono cimentati alla Pieve International School di Corciano, in un'opera collettiva utilizzando la ceramica ma anche con tantissimi altri materiali, come la stoffa, il sughero, il legno, il ferro, per creare il loro "banchetto ideale" dedicato all'azione comune del bere e del mangiare nella sua accezione più alta: come punto di incontro di culture diverse, dall'antichità all'oggi; un rito studiato da un punto di vista sociale, politico e culturale.
Ne è nata una piccola grande mostra, presentata nella sede della scuola diretta da Rossella Vasta, a fianco del Castello di Pieve del Vescovo, con una lunga tavola imbandita nella maniera più stravagante, grazie alla fantasia e alla manualità dei ragazzi che hanno lavorato con le loro mani piatti, stoviglie, bicchieri e tovaglie inseguendo un personale tema artistico.
Bailey Wogrin del Colorado, ad esempio, ha unito lo spirito della pop art americana a Pompei con un piatto a disegni in bianco e nero spaccato come se fosse stato appena dissepolto dalle ceneri.
Dice "Il mio tema è "gli scavi futuri
", fra qualche secolo, quando scavando troveranno queste mie stoviglie ci sarà un filo rosso che li unirà all'antichità."
Interessante anche il progetto "Ego" di Patrick Broom, oggetti di uso comune disseminati di pezzetti di vetro verde.
"Volevo dare l'idea di una conversazione durante la cena, quando la gente parla di sè fornendo piccoli spaccati della propria vita.
Sono pezzi di te che butti agli altri."
i ragazzi, come dicevamo, sotto la guida di due insegnanti, uno d'arte (Richard Helzer) e l'altra di storia (Regina Gee), hanno ideato le decorazioni dei piatti e la forma delle altre suppellettili (realizzati poi presso la Ceramica Grazia di Deruta), hanno creato stravaganti posate, i bicchieri insoliti (anche di stoffa) , i candelabri e i vasi, cucito le tovaglie.
Ora impacchetteranno il tutto e porteranno il frutto del loro lavoro in America dove verrà allestita una nuova mostra.
A Corciano rimarrà l'esperienza di una delle più riuscite "bottegas" della Scuola, attiva da lungo tempo nella formazione a livello internazionale che svolge programmi d'arte, architettura, scrittura creativa, design, in stretta collaborazione con due aziende di ceramica (Grazia e Bizzirri), con la Tessitura Pardi di Giano e con Margaritelli.
Rimarranno anche due grandi piatti in ceramica, ma a Città della Pieve non a Corciano perchè sono stati donati, in occasione della sua inaugurazione, al nuovissimo Centro Dai (Disturbi del Comportamento Alimentare) dove si curano casi di bulimia e di obesità.
"Li abbiamo messi in cucina" spiega la dottoressa Laura Dalla Ragione
"dove gli ospiti del centro imparano a cucinare e ad apprezzare il cibo come momento conviviale e non come abbuffatta, a ritrovare il ritmo tranquillo dell'attività nutritiva."
Nelle 5-8 settimane di programma di recupero il Centro ha inserito anche alcuni laboratori artistici in collaborazione sempre con la Pieve School, dove studenti e pazienti si incontreranno per lavorare fianco a fianco.
Il primo laboratorio è stato fotografico. Le foto, ispirate a Città della Pieve e al cibo nella sua chiave simbolico-rituale, sono state appese nei corridoi e nella cucina.
Il secondo laboratorio sarà di scultura, le opere verranno poi sistemate anche nel parco dell'Ospedale.

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