domenica 21 novembre 2010

Un Perugino tridimensionale: quasi completato il restauro del Battesimo di Cristo

"Chi ha snobbato il Perugino dell'ultima parte della sua vita si ricrederà. Una volta tolta via la patina e gli ossidanti la pala del Battesimo di Cristo mostra una qualità enorme. Con immagini addirittura tridomensionali..."
Il restauratore Marcello Castrichini, con oltre quaranta anni di esperienze e con l'aiuto dei due figli, Luca e Monica (che hanno due lauree a testa in Storia dell'Arte e in Beni culturali), sta completando il lavoro di restauro del Battesimo di Cristo, che il "divin pittore" realizzò nel 1510. Opera tarda del maestro.
"Tra una quindicina di giorni e al massimo entro Natale restituiremo ai committenti l'opera ripulita e restaurata e vedrete il Perugino sotto un'altra ottica"
- assicura Castrichini. Tutto era partito per un "pronto intervento" deciso dopo il restauro delle cappelle murarie e dei tetti del Duomo pievese, il piccolo centro in cui Pietro Vannucci era nato, intorno al 1450.
"Erano stati notati problemi di sollevamenti della pellicola e delle fessurazioni. Dopo aver tirato giù l'opera - spiega Castrichini che vive a Todi e che ha lavorato molto in tutta Italia ed in particolare sul Pisanello, sul Correggio, sul Parmigianino (sul quale ha pubblicato un libro con Vittorio Sgarbi), sul Bernini, su Pietro da Cortona, su Melozzo da Forlì - ci siamo accorti che i problemi erano ancora più gravi del previsto."
Sottolinea Castrichini:
"Tutto il colore si era sollevato in corrispondenza del disegno. Forse il Perugino ha usato una matita particolare per tracciare i disegni sui quali poi ha steso i colori. E a lungo andare in quei punti il colore si è sollevato."
Poi le tarme. Che hanno aggredito la tavola che era stata già restaurata nel 1942 e nel 1962.
"Abbiamo disinfestato il legno. La tavola era stata assottigliata, abbassandone lo spessore da 4-5 centimetri fino a 2 centimetri, grosso modo. Inoltre era stati praticati tagli verticali sui quali l'ebanista dell'epoca aveva inserito del legno evidentemente non ben stagionato. Per cui i tarli rischiavano di "
mangiarsi" tutta l'opera". Marcello, Luca e Monica Castrichini stanno facendo un lavoro completo. E, cosa abbastanza originale e comunque rara, sotto gli occhi di un folto pubblico che via via ha visitato il Duomo, assistendo a non più di due metri al lavoro dei restauratori. Castrichini offre un'altra primizia:
"Vedrete i colori. Il marrone dei vestiti è tornato all'originale verde acceso. Un verde che i pittori dell'epoca ottenevano con un procedimento particolare partendo da una lastra di rame..."
Di sicuro a Città della Pieve festeggeranno alla grande la restituzione dell'opera, tornata allo splendore originale, del loro concittadino più famoso.

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