mercoledì 19 maggio 2010

Palombella, la tregua regge: animalisti scontenti, ma domenica nessuna protesta

Tutti d'accordo sulla Palombella, gli animalisti scelgono la strategia del silenzio. Una calma quasi imbarazzante che, negli ultimi due anni, non ha fatto altro che lasciar presagire annunci dell'ultimo minuto seminando il panico per la buona riuscita di una tradizione secolare.
Invece niente, nessun corteo, nessuno striscione.
Con il bene placido degli animalisti, infatti, da due anni a questa parte, l'appuntamento annuale con la Palombella non ha avuto ripercussioni di alcuna sorta. L'aspra battaglia dell'asociazione faceva riferimento esclusivamente all'uso di un piccione vivo per un rito che, a buon diritto, è considerato la festa degli orvietani. Piuttosto, però, avrebbero deposto l'ascia di guerra se l'animale fosse stato sostituito con un simulacro inanimato magari - come ha proposto l'animalista Maria Flavia Timperi - realizzato dagli artigiani locali. Alternativa, di fatto, mai appoggiata dagli orvietani.
Il compromesso, però, sembra essere stato trovato chiudendo la colomba all'interno di un tubo di plexiglas piuttosto che legarla direttamente, ad ali aperte, come sempre era avvenuto, con nastrini rossi, su una raggiera di ferro. Anche qui, però, il movimento contro il maltrattamento degli animali aveva avuto qualcosa da dire manifestando ancora una volta la propria contrarietà per lo scoppio dei mortaretti nel momento in cui la colomba arrivava, dopo trecento metri di percorso su un filo d'acciaio (dalla chiesa di San Francesco al cenacolo sul sagrato del Duomo), sulla testa degli apostoli. La soluzione allora trovata dall'Opera del Duomo era stata quella di prevedere lo scoppio prima dell'arrivo della colomba. Fatto sta che, le ultime due edizioni, sebbene con tanti mugugni, si sono svolte senza troppe polemiche.
e anche per quest'anno, domenica prossima alle 12, il giorno in cui si rinnova l'appuntamento con la storia, gli ambientalisti hanno scelto la strategia del silenzio. Pace fatta quindi? Nemmeno a pensarci.
"Abbiamo deciso di non scendere in piazza - dicono dal direttivo - perché, forse, così facendo, smorzando l'attenzione sull'evento, pensiamo che le istituzioni possano rendersi conto che, comunque, anche chiudere un animale dentro una protezione di plexiglas rendendolo protagonista di una manifestazione, continua ad essere una grave forma di maltrattamento."
Se qualcuno pensava, dunque, che dietro il silenzio degli ultimi due anni, si celasse la decisione di gettare definitivamente le armi, avrebbe sbagliato di grosso.
"La Palombella ormai è una festa che non ha più senso - hanno aggiunto - e ci siamo resi conto che l'attenzione si concentrava più su di noi che sull'evento stesso emarginando così il problema da noi sollevato. Ma continueremo a batterci finché non si arriverà ad una soluzione diversa e soprattutto definitiva."
Un'altra edizione all'insegna della quiete, dunque, ma, a questo punto, non è escluso che la Palombella 2011 possa far ritornare in piazza un cordone di animalisti al cui grido, negli anni, si sono uniti anche personaggi pubblici come Giorgio Celli, Danilo Mainardi, Dacia Maraini, Lea Massari, Margherita Hack e Paolo. Comunque, polemiche a parte, domenica, la Palombella ci sarà e quando, a mezzogiorno, ai rintocchi della campana del Maurizio, il vescovo agiterà un lino bianco dal balcone del palazzo dell'Opera del Duomo, la colomba bianca farà di nuovo rivivere una tradizione che non morirà mai.

1 commento:

  1. Di fatto l'eterno problema che fa il verso ai nostri istinti più egoistici. Fa sorridere con amarezza rilevare come lo stesso abbraccio protettivo, ora spiegato per divendere una squallida crudeltà travestita da tradizione, sia concesso dall'uomo nei confronti del progresso che tale non é, che inquina e distrugge oltre le difese naturali, della tecnologia che non migliora il benessere sociale ma lo svilisce, delle scelte politiche che non imprendono ma soltanto sfruttano. Siamo ipocriti e deboli allo stesso modo, qui come nel golfo del messico, è soltanto una questione di scala.

    Cosimo Conforti

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